giovedì 31 ottobre 2019

STEP #12 : I materiali del Cioccolato di Modica

Le materie prime che vengono usate per la creazione di questo particolare cioccolato sono poche e semplici:

-Fava di cacao:

La fava di cacao sta alla base della creazione del cioccolato. Esistono tre varianti: Criollo, Forastiero, Trinitario, quest'ultimo in particolare è l'evoluzione dei primi due, infatti dall'uninoe di Criollo e Forastiero nasce la terza versione.


Varianti di fave di cacao-(foto:Pngkey)

"Nascita del Trinitario"-(foto:Medium.com)

 Le coltivazioni si trovano per la maggior parte in America latina, ma anche grandi quantità arrivano dall'Africa e dall'Asia.


Provenienza fave di cacao-(foto:Medium.com)

Le Fave di cacao poi vengono tostate e pestate per creare la pasta di cacao, che successivamente verrà lavorata.


Lavorazione della fava di cacao-(foto:Okambiente.com)

-Zucchero:

L'altro importante ingrediente è proprio lo zucchero, che viene inserito in grandi quantità e da al cioccolato modicano la tipica consistenza granulosa. Infatti, a differenza delle altre tavolette di cioccolato, in questo lo zucchero è proprio visibile perchè non si scioglie all'interno del cacao, a causa del tipo di lavorazione artigianale che viene fatta.


Da questo primo piano si può notare i granelli di zucchero che si sono diffusi
all'interno della pasta di cacao.(foto:Doncannolo.it)



-Spezie o Prodotti aggiuntivi:

Il cioccolato modicano si può trovare in diversi gusti. Infatti, oltre alle versioni fondeti con diverse gradazioni che arrivano fino al 90%, esistono anche molte versioni in cui vengono aggiunte spezie aromatiche o prodotti tipici della zona di Modica: Canella, Vaniglia, Pistacchio, Agrumi, Nocciole, Peperoncino, ecc.


I diversi gusti del cioccoalto di Modica.-(foto:SaporidelBelice.com)




STEP #11: La tassonomia del cioccolato

La tipica classificazione del cioccolato è basata sulle percentuali delle materie prime che vengono usate per creare le diverse varianti. Anche perchè il primo cioccolato da masticare apparve solo nel 1647, prima si comsumava come bevanda. Solo nel 1828 comparve la tavoletta, grazie all'introduzione di una nuova pressa idraulica. Successivamente, dalla tavoletta si è spaziato ad un infinità di forme e modi di creare il cioccolato. Per tale ragione la classificazione è basata sulla composione del prodotto e non sulla forma.



Tassonomia del Cioccolato



Ho riassunto come il cioccolato si divide in base alla sua composizione. Tutto parte dal Cioccolato Fondente, che rappresenta la forma più semplice che si può trovare, con le sue varianti: Fondente Extra, Fondente, Qualità corrente. Queste si differenziano tra loro per diverse percentuali e soprattutto la qualità del cacao, ad esempio il Fondente Extra ha una qualità superiore rispetto a tutti gli altri.


Cioccolato Fondente Extra- (foto:blog F. Ongaro)

 Aggiungendo altri prodotti secondari dal fondente si crea il Cioccolato Speciale. Questo si divide in: Cioccolato a latte, Cioccolato bianco, Gianduia, ecc. (come si può vedere dal diagramma).


Cioccolato a latte-(foto:Misya.info)
La forma più comune di Cioccolato Speciale è il Cioccolato a latte, infatti si può dire che è la base per quasi tutti i Cioccolati Speciali, in particolare ne derivano il Cioccolato bianco, la Gianduia e le versioni Mi-Doux e Surfin, che sono un misto tra Cioccolato a latte e Fondente. Infine arriviamo al nostro Cioccolato di Modica, che come il Cioccolato crudo si trova tra un Cioccolato Fondente e il Cioccolato Speciale, spesso infatti i due vengono confusi.

Cioccolato bianco



Gianduia

























Tassonomia del Cioccolato di Modica:

A sua volta una classificazione che si potrebbe fare solo sul cioccolato di Modica è in base ai gusti della tavoletta. Infatti non esiste solo la versione base di questo cioccolato, ma spesso vengono aggiunti aromi supplementari durante la lavorazione della pasta di cacao. Una prima distinzione possiamo farla tra i Gusti Tradizionali: Cannella, Vaniglia e Peperoncino, che sono quelli delle ricette antiche, e i Gusti Innovativi che spaziano dall'aggiunta di Agrumi, Spezie, ecc. . In realtà, oggi, la classificazione si sta ampliando sempre di più, poichè le dolcerie tipiche della città competono nella creazione di nuovi sapori.




Per creare il diagramma ho preso fonti da questi siti, potrebbero essere utili per approfondire l'argomento: Agrodolce, Dissapore, Il giornale del cibo.

domenica 27 ottobre 2019

STEP #10: I proverbi sul cioccolato

Proverbio sul cioccolato in dialetto siciliano

"Lu cafè santiannu e lu ciucculatu ripussannu"

Tradotto in italiano

"Il caffè imprecando e il cioccolato riposando"


Da come si può facilmente capire è un proverbio basato semplicemente sul binomio dei due prodotti caffè e cioccolato, i quali sono di alto consumo nella società, ma hanno modi diversi di essere mangiati e/o bevuti. Infatti, il primo generalmente deve essere preso molto caldo e questo implica le difficoltà per berlo. Il secondo, invece, viene consumato in diverse forme, ma generalmente viene solidificare e raffredare prima di essere mangiato. Questo proverbio spiega letterlamente come devono essere consumati i due prodotti per assaporarli al meglio.


Esite un altro proverbio che quasi lega di nuovo i due prodotti senza citarli, ma caratterizzando la vita con il binomio di amaro e dolce.

"Bisogna masticari amaru, cui voli a tempu agghiuttiri duci."
tradotto
"Bisogna che mastichi amaro chi vuole a suo tempo inghiottire dolce."

Si potrebbe pensare che l'aggetivo "dolce" in questo caso possa far riferimento proprio al cioccolato (naturalmente esistono versioni di cioccolato amaro, ma in questo post si vuole fare riferimento all'accezione di dolcezza che oggi è legata al cioccolato), questo perchè, come è stato già citato in questo blog, il cioccolato è stato fin dai Maya un alimento legato agli dei, dedicato solo ai nobili e famiglie di alto rango, qualcosa che non tutti potevano permettersi. Quindi il proverbio cade proprio a pennello, perchè vuole manifestare proprio il fatto che la vita non è sempre in discesa, spesso è amara come il caffè, ma ci saranno momenti "dolci", attimi di gioia, come quando un bambino riceve una tavoletta di cioccolato.




sabato 26 ottobre 2019

STEP #9 : I nomi del Cioccolato

Le origini del nome:

Il cioccolato è naturalmente conosciuto in tutto il mondo con nomi diversi, ma il nome nasce in america latina dalle civiltà pre-colombiane. In particolare furono i Maya per primi a consumare la pianta di cacao e creare il cioccolato che era destinato solo alle alte classi della popolazione, infatti il primo nome della bevanda aveva anche il significato di "cibo degli dei". Il primo nome si pensa derivi dall'accoppiamento di due parole Maya haa=acqua e chacau=caldo che formano chacauhaa, che significa "bevanda calda", o a volte nella forma kakawa. Comunque un sinonimo di chacau era chocol dall'accoppiamento di quest'altra parola con il termine acqua ha portato alla nascita della parola chocolhaa, che è sicuramente molto più simile al chocolate della lingua spagnola. Prima degli Spagnoli però il tesimone passò agli Aztechi che chimarono il cioccolato xocoatl, in onore della dea della fertilità Xochiqueztal. Quel che è sorprendente è che tale termine, che significa letteralmente "acqua aspra" o "bevanda aspra", era utilizzato in realtà per riferirsi a una bevanda a base di mais macinato e disciolto in acqua. Gli aztechi in realtà chiamavano le bevande a base di cacao cacahuatl, quindi il termine da cui deriva cioccolato è da associare ad una specifica bevande a base di cacao e mais e non ad una bevanda qualsiasi a base di cacao. Furono prima Cristoforo Colombo e poi in particolare Hernàn Cortès a esportare la pianta del cacao e il cioccolato in Europa, dove la ricetta originale Azteca è stata via via modificata con l'aggiunta di vaniglia e zucchero alla bevanda. Solo il cioccolato modicano a conservato in parte la ricetta originale e i metodi di lavorazione che furono importati proprio dagli spagnoli che avevano battezzato la bevanda con il nome di chocolate. Successivamente il prodotto si è diffuso in tutta Europa e poi in tutto il mondo, dove ogni paese a modificato in parte il termine chocolate. 


Preparazione della bevanda al cioccolato (Google immagini)

Un tipico esempio per cui il nome di questo prodotto si sia evoluto dal termine prima Azteco e poi Spagnolo è il nome Cinese della cioccolata. Infatti in Cina la cioccolata ha avuto una diffusione limitata e molto recente ed è certamente per questo che il termine 巧克力 (qiǎokèlì) non esprime nessun concetto legato alla sua origine, infatti non è altro che un prestito fonetico del corrispettivo inglese "chocolate".

Il cioccolato in tutte le lingue del mondo (Cioko Love, Twitter)

Italiano: cioccolato, cioccolatte, cioccolatto (Treccani sinonimi)

Inglese: chocolate   Spagnolo: chocolate   Tedesco: Schokolade   Francese: chocolat 

Cinese: 巧克力   Arabo: شوكولاتة    Siciliano: ciocculatu, ciocculatu muricanu (cioccolato modicano).



Fonti sito per questo post - dove poter trovare altre informazioni : cioccolato in Cina, T'a Milano, Eurochocolate 2019, "Una parola al giorno", Wikipedia.




martedì 22 ottobre 2019

STEP #8 : La cosa

Come visto in qualche post precedente, Modica è una città ricca di "cose", piena di oggetti e prodotti di ogni tipo. Uno sguardo particolare, però, deve andare alla tavoletta di cioccolato modicano. Infatti, anche se non è l'unico oggetto citato nel blog, è sicuramente diventato nel tempo il simbolo della città, o per lo meno è il simbolo che tutti associano a Modica. Ovunque si vada appena si parla di Modica subito questa viene associata alla tipica tavoletta, che in passato in realtà era presente solo tra le famiglie nobili. Ritornando al concetto di simbolo, si può quindi scegliere come "cosa di Modica" il cioccolato, proprio perchè anche se non è sempre stato un oggetto comunemente usato da tutti i modicani, oggi è quel qualcosa a cui Modica è subito legata, quel prodotto che chiunque nel mondo può immediatamente associare a questo luogo, come se dalla barretta di cioccolato si possa materializzare davanti agli occhi di tutti l'immagine della città stessa; assaporandone i sapori delle materie prime e della lavorazione artigianale che lega il cioccolato alla terra modicana.

(Google immagini)

STEP #7: Il film

Un film girato quasi interamente tra i paesaggi di Modica è Anni difficili del 1948 diretto da Luigi Zampa.

Alcune scene del film.

Tratto dalla novella di Vitaliano Brancati, Il vechhio con gli stivali. La pellicola rappresenta la prima parte della trilogia ideata e sceneggiata da Vitaliano Brancati, i cui altri titoli sono Anni facili(1953) e L'arte di arrangiarsi(1955).

Trama: Sicilia, 1935. Un semplice e onesto impiegato municipale è costretto a iscriversi, non proprio enrusiasticamente, al Partito Nazionele Fascista. Il figlio dell'impiegato intanto poichè soldato, viene chiamto in varie battaglie e in tutte queste riesce a scampare alla morte. Morirà però ucciso a tradimaneto da dei soldati tedeschi mentre tornava a casa col rimpinato di non aver mai visto suo figlio, nato mentre era in guerra. Nel 1943, allo sbarco degli Alleati, l'uomo si ritrova ad essere epurato dallo stesso sindaco che, quando era podestà, gli aveva imposto di prendere la tessera fascista.


Potremmo anche citare altri film come Maria Venera, film legato al post di questo blog sul libro di Gesualdo Bufalino.

In tempi più recenti invece si potrebbe citare Il commisario Montalbano, una serie tv che ha come location principali Punta secca e Scicli, ma anche molte puntate sono state girate per le vie di Modica.



lunedì 21 ottobre 2019

STEP #6: L'origine del nome

Come già parlato nel primo post di questo blog l'origine del nome della città di Modica è molteplice. Infatti, ci sono fonti di diverso tipo che parlano di diverse origini del nome. Addiriturra, come citato nel post precedente si pensa che il nome possa essere stato dato da Ercole. 



Il sito di Modica, che i Greci chiamarono Μότουκα e i Romani Mothyca, poi Motyca, Mutice (da quest'ultima denominazione deriva il toponimo per gli abitanti usato da cicerone: Mutycense) e infine Mutica, fu popolato prima dai Sicani, poi per un certo periodo anche dai Fenici(che la chiamarono Mutika,che sta per "dimora"), in seguito stabilmente dai Siculi. La vera e propria fondazione delle città sicule in questa porzione dell'isola si può fare risalire a 80 anni prima della guerra di Troia, quindi verso il 1360 a.C.. Secondo alcuni storici, il termine verrebbe dal toponimo Mùrika, significando questo nella lingua dei Siculi "nuda roccia"( a riprova sarebbe il fatto che ancora nella parlata locale i residenti si dicono "Muricani"), e poi cosi è stato tramandato dai Greci prima, dai Romani dopo. Un'altra interpretazione filologica propone che il greco Motyka provenisse dall'indoeuropeo "Moth(=monte, collina)+ Uc(=molte), dunque Mothuc, la città dalle molte colline, le quattro colline su cui avevano case,rifugi e sepolture gli antichi modicani. Durante il periodo della dominazione araba, e fino al XIV-XV secolo, la città veniva citata nei documenti ufficili con il nome di Mohac o Mudiqah. Poi, prendendo lentamente il sopravvento, come lingua ufficiale del Regno di Sicilia, parallela al latino, la parlata italiana, la denominazione del periodo arabo-nomanno andò a scomparire. Nel dialetto locale oggi la città viene chiamta "Muorica". (Wikipedia, Scopri modicaVisitvigata)





giovedì 17 ottobre 2019

STEP #5 : Il Mito

Il mito di Ercole

Come già accennato nei precedenti post, Modica ha origini molto antiche e sono diverse le storie legate alla nascita del nome di questa. Dal Seicento fino ai primi dell'Ottocento, nei documenti e cronache dell'epoca, apparve sotto il nome di "Città di Ercole". Infatti, Modica è protagonista di un mito ispirato ad Ercole  (Eracle in greco). Si narra che fondò Modica insieme ad altre due città in Sicilia dal nome Motia, in onore della bella donna greca che gli avrebbe indicato i posti dove trovare i buoi che gli erano stati sotratti. Questo mito viene tramandato anche dallo storico messinese Buonfiglio, che già nel 1604 scriveva: Hercole...arrivato che fu in Italia, fece continovata guerra per dieci anni con molti Tiranni, e in Sicilia vinse e debello i Ciclopi, i Lestringoni, ed edificò Motuca. Il mito racconta che, una delle leggendarie fatiche di Ercole, la decima, sia stata la cattura dei buoi rossi del gigante Gerione, in Spagna. Sconfitto Gerione, Ercole venne in Italia portando con sè le mandrie di buoi come trofeo, ma giunto in Sicilia questi gli furono trafugati. Nei luoghi dove la donna (Motia) indicò ad Ercole il nascondiglio del bestiame, l'eroe fondò tre città con il nome della ragazza.

Eracle di Modica
A supporto di questa storia, oltre a notizie di diversi storici del passato e moderni, è stata rinvenuta nel 1967, in un quartiere modicano, una statuetta di bronzo raffigurante l'eroe greco in posa da caccia. L’eroe è rappresentato nudo con la mano sinistra posizionata come a reggere l’arco, mentre la destra probabilmente poggiava su una clava. Sul capo dell’eroe vi è un lungo copricapo a di foggia leonina, le cui zampe anteriori sono annodate sul petto. La statua, inizialmente datata fine del III sec. a.C., oggi è ritenuta risalente alla fine del V secolo a.C. . Oggi è conservata nel museo modicano Franco Libero Belgiorno.

Tale vicenda è un comune esempio di come un mito, un racconto o un idea si possano materiallizzare attraverso un oggetto. In particolare, il ritrovamento di questo antichissimo manufatto è testimonianza che il mito possa avere un fondo di verità. Ecco quindi che grazie a quest'oggetto la storia diventa concreta, prende forma davanti ai nostri occhi. La statuetta, infatti, oltre ad essere la trasfigurazione del mito, diventa anche un mezzo per tramandare una storia , una memoria tangibile che non può essere smentita.





Fonti: Wikipedia, Edel, Ragusa news.




mercoledì 16 ottobre 2019

STEP #4 : La citazione a Modica

Dal libro "Argo il cieco, ovvero i sogni della memoria" del post precedente, Bufalino fa una citazione su Modica, paragonando il frammentato paesaggio della cittadina ad un melograno spaccato. 


Gesualdo Bufalino, "Argo il cieco, ovvero i sogni della memoria" , Palermo: Sellerio, 1984

" ...Che sventolare, a quel tempo, di percalli da corredo e lenzuola di tela di lino..."
Anche in questo caso ritroviamo "le cose di Modica", delle semplici lenzuola stese ad asciugare diventano, insieme ai campanili e i vicoletti, paesaggio estivo del paesino siciliano. Insieme ai balconi barocchi, i corredi di lino si trasformano in vessilli bianchi che ornanono i davanzali dai quali si affacciano le "...angele ragazze...tutte brune..." descritte dall'autore. E' quindi possibile notare come lo scrittore abbia utilizzato un oggetto di uso quotidiano cambiandone lo scopo originale.


Un video  dove si può ammirare la citazione di Bufalino tra le immagini  dei magnifici paesaggi di Modica.



venerdì 11 ottobre 2019

STEP #3: Un libro che parla di Modica

"Argo il cieco, ovvero i sogni della memoria" di Gesualdo Bufalino 

Il romanzo di Bufalino "Argo il cieco, ovvero i sogni della memoria" (Sellerio, Palermo, 1984) ha come epigrafe in latino il verso di Ovidio tratto da "Le Metamorfosi", parla della morte di Argo, la mitologica bestia priva ormai di quella luce che teneva desti i suoi cento occhi. Metafora, dunque, sull'accecamento che richiama la zona oscura del passato. Su di essa, però, agisce la memoria, scrutandola per farne nitidamente emergere ricordi come fossero sogni e le loro menzogne.

Gesualdo Bufalino è stato uno scrittore, poeta e aforista italiano. Lo scrittore narrò di ricordi di gioventù mostrati a noi attraverso un diario-romanzo, dove l'autore racconta delle vicende amorose vissute nel cuore del sud. La storia, consiste nelle rievocazioni pressochè diaristiche di un professore di lettere, è vissuta con riferimento particolare all'estate del 1951. "Bambino vecchio" si definisce nel primo capitolo, anche se l'invecchiamento, causato dalla vita e dai libri, non gli impedisce di guardare al modno con stupore. "Amanuense di se stesso", si rivisita nella splendida città di Modica di cui tesse un manto d'incanto. Muovono da questa cittadina degli Iblei le prime esperienze di insegnamento al liceo, nonchè i momenti trascorsi con la golardia degli anni giovanili che, tra verità e menzogna, gli fa evocare figure femminili. Alla fine, sarà l'autunno a portare via ogni cosa. La giovinezza soprattutto. E' Maria Venera la ragazza attorno a cui ruota la trama: una visione, una giovane bruna più bruna delle altre che appartiene a una famiglia di nobiltà decaduta.


Si potrebbero citare altri autori come Raffaele Poidomani e Salvatore Quasimodo, ai quali la città di Modica ha dato i natali.

In particolare il premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo ci ha lasciato un inedita poesia, ritrovata qualche anno fa, dedicata alla piccola città siciliana:

Sentieri velati da un tratto di eterno:
basole fra scorci di storica passione;
a passi tardi rivengo in cor mio
nascituro sguardo che soave m'attrista.

mercoledì 9 ottobre 2019

STEP #2: "Le cose" di Modica

Sono molti gli edifici storici che abbelliscono "la città delle cento chiese", ma è nelle ricette tipiche, tramandate di generezaione in generazione, che spesso ritroviamo la vera storia delle cose di questa piccola città.


IL CIOCCOLATO MODICANO

Questo particolare tipo di cioccolato ha origini molto lontane dal luogo in esame. Si pensa infatti che venne importato nella contea di Modica durante la dominazione spagnola (XVI secolo) dal nuovo mondo, in particolare dalla cultura Azteca. In passato veniva consumato dalle famiglie nobili durante le festività e occasioni importanti, oggi è conosciuto in tutto il mondo ed è uno dei simboli tipici di Modica.
La famosa dolceria Bonajuto

La massa di cacao, ottenuta da semi tostati e macinati (detti "caracca" ) viene riscaldata per renderla fluida.Viene poi mescolata con zucchero e spezie, che possono variare dalla cannella, vaniglia, peperoncio, agrumi e zenzero fino ad arrivare al cacao puro, minimo al 65% fino al 90%.


Ricette antiche, portate da altri mondi, che si sono insinuate nelle
radici di questa piccola realtà.
Nella lavorazione a mano del cioccolato la massa veniva deposta su uno spianatoio a mezzaluna, detto "la valata ra ciucculatta", costruito interamente in pietra lavica e già riscaldato, e poi veniva amalgamata con il "pistuni", speciale mattarello cilindrico di pietra, di diverso peso e spessore in rapporto alle fasi di lavorazione e cioè la prima, la seconda e la terza passata, fino alla raffinazione che prendeva il nome di "stricata".  Viene versato in apposite "lanni "(formelle di latta a forma rettangolare) che vengono battute sia perché abbia, una volta solidificato e freddo, la forma del suo contenitore sia per far venire in superficie eventuali bolle di aria e rendere il prodotto compatto.


"U PANI I CASA"- IL PANE DI CASA

Un altra specialità di Modica è il pane fatto in casa. Un pane di farina di grano duro che segue una determinata ricetta per durare un intera settimana. Infatti le famiglie, ogni fine settimana, si mettevano alla lavorazione del pane, che sarebbe stato consumato nell'intera settimana successiva. Attraverso strumenti appositi (vedi foto) due componenti della famiglia potevano impastare ("scaniari") la pasta che successivamente avrebbe preso la tipica forma ad S ed infornata.




Oggetti semplici, con nomi originali, che messi insieme
creano un meccanismo per impastare ("scaniari") il pane.
"U Scaniaturi","A Briula","U Sbriuni" sono le cose per fare il pane!!
Guarda come fare il pane di casa !



MUSEO DEGLI ARNESI DI UNA VOLTA 

A Modica c'è anche un intero museo delle cose, chiamato "museo degli arnesi di una volta". Un luogo dove sono stati collezionati oggetti di tutti i tipi, che nel secolo passato venivano usati quotidianamente. Un posto che ti permette di rivivere la Storia delle cose di Modica.


Sala della tessitura








Attrezzi da falegname













I "Cannisci", I "Scupazzi", "A naca a ventu" sono solo alcuni degli oggetti
antichi che possiamo trovare all'interno di questo piccolo museo.
Un tuffo nel passato per rivivere la vita dei nostri nonni, attraverso oggetti comuni ai loro occhi, ma straordinari per noi oggi. Stumenti semplici, fatti di materiali poveri, che con piccole lavorazioni portavano a creare oggetti funzionali alla portata di tutti. Lavorati interamente a mano, andavano a prendere posto nelle case dei nostri antenati. Come il ferro da stiro, oggetto che come oggi, ma anche a quei tempi non poteva mancare in ogni famiglia. Naturalmente si presenta ai nostri occhi (vedi foto) in una forma e materiali completamente diversi. Tutto ciò fa comprendere e ammirare l'evoluzione che gli oggetti, anche di uso comune, subiscono nel tempo. Un processo che trova le sue fondamenta sulle richieste e necessità di una sociètà in continuo sviluppo, dove gli oggetti devono adegurasi per non essere dimenticati. Attraverso l'oggetto quindi possiamo rivivere la storia, ma anche gli oggetti devono essere conformi alle mutazioni sociali, culturali ed economiche per non diventare solo un pezzo da museo. 





STEP #1: Il Luogo


Modica è una piccola città della Sicilia sud-orientale. Costruita tra i monti Iblei ha addirittura origini neolitiche, infatti sono molti i siti preistorici che si possono trovare scavati nella "Timpa", la roccia calcarea molto dura che contradistingue il territorio modicano. Si pensa infatti che il nome stesso della città deriva dal siculo "Mùrika" (roccia nuda, non coltivabile), ma altre sono le idee dell'origine del nome :"Mùtika" (dimora) dal fenicio o dai greci e romani che la chimarono "Μότουκα" e "Mothyca". Già dal gran numero di nomi che ha ricevuto questa città nel corso del tempo possiamo capire che, come il resto della sicilia, è stata dominata da diverse civiltà. Porta quindi il marchio di popoli diversi, miscugli di cultura e arte che si sono insinuati nelle "cave", scavate dai due fiumi Pozzo dei Pruni e Janni Mauro, dalle quali sorge la città.


Le coordinate di Modica
36°52′02″N 14°45′41″E